Il Cliente si rivolgeva allo Studio lamentando il fatto che la struttura ospedaliera presso la quale aveva subito un intervento chirurgico di asportazione di parte di un polmone per eliminare una neoplasia maligna avesse commesso un grave errore: asseriva, infatti, che l’equipe medica avesse errato nella decisione della esatta porzione di organo da asportare così da causare, pochi mesi dopo l’intervento, un ulteriore sviluppo della patologia. La circostanza costringeva il Cliente a sottoporsi ad ulteriore intervento chirurgico che, contrariamente alle previsioni iniziali, gli cagionava l’asportazione totale dell’organo.
Lo Studio, dopo aver acquisito dalla struttura ospedaliera tutta la documentazione medica relativa sia al primo che al secondo intervento, di concerto con il Cliente incaricava uno specialista medico legale affinché efefttuasseg una perizia sul Cliente che chiarisse l’effettività del danno denunciato, il collegamento causale di tale danno con l’errore chirurgico e il grado di invalidità biologica arrecata al paziente. Acquisita la perizia favorevole lo Studio intentava causa alla struttura sanitaria che si difendeva affermando che il successivo svilupparsi della patologia non fosse collegato con il primo intervento chirurgico ma fosse insorto per cause del tutto estranee. Lo Studio, argomentando secondo i più recenti contributi scientifici e giurisprudenziali riusciva a dimostrare, al contrario, lo stretto collegamento tra l’errore medico e il successivo danno verificatosi.
Il Tribunale, accogliendo gli argomenti dello Studio Ciarrocchi & Partners, riconosceva l’errore nella pratica chirurgica e condannava la struttura ospedaliera ad un risarcimento, in favore del Cliente, di € 950.000,00.